Ho appreso, un po' incredulo, della partenza del Gimo dall'Olimpia Albino verso lidi Scanzesi, alla corte del grande Marione Boccafurni e insieme al Teo “00” Farina e al Maffio, mio ex compagno lo scorso anno a Moss (detto Maffy). La cessione del Gimo rappresenta veramente un avvenimento importante per l'Olimpia perchè si perde un pezzo fondamentale della storia recente della società della Valle. Infatti è vero che quest'anno l'impegno del Gimo era limitato da infortuni e lavoro ma si pensava che nel momento topico della stagione, il tiro mancino avrebbe colpito come sempre. Invece così non sarà e allora è giusto dedicare lo spazio che il Gimo merita e che la sua cessione (magari temporanea) venga sottolineata e non lasciata passare in silenzio. Inoltre da sempre Gimo è stato un pezzo fondante dello spogliatoio e del gruppo albinese, ed anche del Bar Verdi, cosa non trascurabile. Insomma, chiude il Bar Verdi e il Gimo cambia squadra, si potrebbe dire si chiude un'epoca. Personalmente il mio primo incontro col Gimo risale al 1997 circa, io giocavo a Seriate e stavo chiudendo la mia parentesi dopo 8 anni. Gimo arrivò proprio quell’anno e dunque non abbiamo mai avuto l’opportunità di giocare insieme ma solo di fare qualche allenamento prima della mia partenza. Mi ricordo che aveva i capelli corti e che era un ottimo prospetto proveniente se non erro dal Torre. Era anche più veloce, ma era già mancino. Seguendo le vicende dell’Albino dall’esterno (soprattutto grazie allo Zio) ritrovai il Gimo che formava con l’Ale una coppia formidabile assortita di tecnica e fisico (magari un po’ meno di tattica). Come dimenticare poi il gruppo Albì, con Gimo in testa, alla famose feste del Lussana.
Quando sono venuto ad Albino mi sono subito reso conto che il Sacro Graal dell’Olimpia era depositato nella mani e nei cuori di alcuni giocatori (e dirigenti) , e Gimo era certamente uno di questi. Lo spirito del Guerriero Olimpia (anche di Milano…) era insito in lui. Si capiva subito che per lui la società era qualcosa di più di una semplice controparte, l’Olimpia per lui era (ed è) un modo di essere e di giocare. Tecnicamente il Gimo è il classico mancino tiratore che va “on fire” quando prende confidenza e mette qualche bomba ma è anche uno che non smette certo di tirare dopo il primo errore. Anche perché c’era un presidente come il Coco che lo appoggiava incondizionatamente. Play o guardia, forse più play. A me personalmente come giocatore ricorda Chris Mullin, il tiratore di Golden State originario di New York. Chi partiva in transizione in posizione di play sapeva che al suo fianco spesso poteva trovare uno scarico sulla linea da tre per il più classico dei tre punti che spezzava le gambe agli avversari. Con il piede sinistro leggermente in avanti e un po’ troppo orizzontale, un po’ fuori dai libri ma efficace. Pick & roll col lungo e arresto e tiro, due punti o tre.Quindi, onore al Gimo, protagonista di questi anni ricchi di vittorie per l’Olimpia Albino e compagno di molte battaglie in una bellissima stagione. So quanto gli costi cambiare ma sono sicuro che la nuova situazione gli possa dare altri stimoli e molte soddisfazioni.
Ad Maiora
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