domenica 10 febbraio 2008

RITAGLI:MANIGAULT


"Earl The Goat Manigault"


Una volta chiesero a Lew Alcindor, meglio conosciuto con il nome di Kareem Abdul Jabbar, adottato a partire dal 1971 dopo la sua conversione all'Islam, chi fosse il giocatore più forte contro cui avesse mai giocato.Kareem, nato nella New York culla del basket nel 1947, pur avendo giocato in NBA contro gente del calibro di Wilt Chamberlain, Bill Walton, Magic Johnson e Oscar Robertson, diede una risposta che a molti potrebbe sembrare senza senso, o quanto meno bizzarra. Senza indugi, infatti, rispose "Earl The Goat Manigault".Possibile che un giocatore della forza di Kareem, che ha avuto il privilegio di giocare con la crema dei giocatori di basket più forti di tutti i tempi, interpellato su chi fosse il migliore di tutti, indicasse un giocatore che in NBA non ci ha mai giocato ?Possibile, anzi, possibilissimo.Earl Manigault, il nome magari non dice nulla a chi segue il basket da semplice appassionato che segue il basket NBA, ma è un nome che al di là dell'oceano rasenta la leggenda. E la supera abbondantemente nella Grande Mela, "The City that never sleeps", come cantava nel 1979 Frank Sinatra nel suo magnifico tributo alla propia città natale. Qui infatti, Earl Manigault, o semplicemente The Goat, il suo soprannome, è stato nominato Re. Un Re buono, come si confà alle grandi stirpe di monarchi. E un Re incontrastato, come lo dimostra l'attestato che gli ha dato Kareem nominandolo il più grande di sempre. Negli anni '50 Harlem prima, e tutta la city poi, è ai suoi piedi. Earl, nato nel 1944 da una famiglia della Carolina del Sud, era il nono pargolo di casa. E proprio perchè casa è un forte eufemismo per quella che era la situazione dei genitori, fu presto abbandonato per strada in cerca di una sorte migliore. Lì, lo raccolse quella che poi fu la madre adottiva di Earl, Mary Manigault, che, andando sempre pesanti con gli eufemismi, non navigava nel lusso. Nel 1951, però, una svolta. La famiglia Manigault si trasferì a New York, dove la signora Mary trovò impiego in una lavanderia. Il trasferimento avvenne ovviamente ben lontano dalla New York bene, quella dei grattacieli scintillanti che erano iniziati a sorgere a Manhattan, ma nella parte della città che confinava gli afroamericani che poco avevano da spartire con il flusso economico della città: Harlem.Ed è lì che Earl decise di porre le radici della sua leggenda. Che non sarebbe probabilmente stata tale se non fosse andata nel modo in cui è andata, senza che Goat quindi giocasse un minuto nella lega che conta. Perchè Goat è il Re, la leggenda, il più grande di tutti. E forse lo è anche perchè è stato il più grande a perdersi.Nei ghetti e nelle strade di tutta america ce ne sono molte di queste storie, e come disse proprio Manigault "Per ogni Michael Jordan, c'è un Earl Manigault. Non ce la possono fare tutti".

Per chi volesse conoscere di più sulla storia di Earl "The Goat" Manigault, e su molte delle storie americane e New yorkesi, consigliamo le seguenti letture:
Black Jesus - Federico Buffa - Editrice Castelvecchi (1999)The City Game. Basketball fron the Garden to the Playgrounds - Pete Axthelm - Bison Books (1970)
e il film: Rebound: The Legend of Earl 'The Goat' Manigault (1996)

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